(1654- 1672), laico, catechista e giovane martire delle Filippine, proclamato beato da Giovanni Paolo II nel 2000.
Essendo il suo martirio riconosciuto, la causa di beatificazione non aveva bisogno del “miracolo”, anche se una guarigione attribuita alla sua intercessione era stata documentata. Quella di una donna affetta da un cancro alle ossa, che poi ha partecipato in piazza San Pietro alla sua beatificazione nel marzo del 2000. Ci voleva un altro miracolo, avvenuto dopo la sua beatificazione, per spianare la strada alla canonizzazione. Questo si è verificato nel 2003 all’ospedale di Cebu City. Una donna ritenuta deceduta da due ore è tornata alla vita dopo aver invocato il beato giovane martire.
La sua vita fu un viaggio continuo al servizio del Vangelo. Originario di Molo, quartiere cinese di Lloilo City, partì per Cebu, al centro dell’arcipelago. Poi andò a studiare dai Gesuiti a Loboc, sull’isola di Bohol. Nel 1668, si imbarcò per Guam, delle isole Marianne, per raggiungere una missione dei gesuiti spagnoli. Col Beato Diego Luís de San Vitores (1627-1672), evangelizzò i nativi Chamorros.
Ma un commerciante cinese, Choco, fece circolare la voce che l’acqua usata per il battesimo era avvelenata. Il decesso di un bambino che era stato battezzato fu attribuito ai missionari. Choco aveva il sostegno dei macanjas (sciamani) e degli urritaos (giovani prostituti maschili), che disprezzavano i missionari.
Il 2 aprile del 1672, i due missionari si recarono al villaggio di Tumon (o Tomhom) per battezzare la figlia del capo Mata’pang, il quale non voleva. Avendo però il permesso della madre della bambina, il battesimo venne impartito, provocando l’ira del padre.
Guidati da Mata’pang e da un altro capo tribù, Hurao, uomini armati andarono a caccia dei missionari, i quali vennero catturati sulla spiaggia e poi uccisi. I corpi mutilati vennero gettati in mare.
Pedro Calungsod è il secondo cattolico delle Filippine ad essere proclamato santo, dopo la canonizzazione di San Lorenzo Ruiz nel 1987.