NELLA MOVIDA ROMANA
I francescani conventuali raccontano la misericordia sulle banchine del lungotevere
ROMA, 11. Chi lo dice che la movida è solo sinonimo di chiasso, ore piccole e alcol? Può invece anche essere occasione di riflessione e condivisione di esperienze di misericordia. Accade a Roma, sulle banchine del lungotevere, all’altezza dell’isola Tiberina, luogo ormai da tempo deputato alla movida della città eterna. Qui, dove ogni estate si contano circa due milioni di presenze, i francescani conventuali vanno incontro a turisti e visitatori per raccontare “la misericordia” vissuta e testimoniata in 40 nazioni del mondo. «Condividi con noi l’estate romana nell’anno del giubileo» è lo slogan che i francescani lanciano nelle calde serate estive fino al 29 agosto. L’iniziativa del Centro missionario francescano, quest’anno partner ufficiale dell’evento insieme alle istituzioni cittadine, vuole valorizzare il tempo libero con contenuti culturali, artistici e spirituali facendo proprio l’invito di Papa Francesco che stimola i credenti a «uscire dalle proprie strutture» per andare nelle «periferie esistenziali», dove la gente vive. Ad accogliere i visitatori una grande foto di Papa Francesco e un gonfiabile con l’immagine di Massimiliano Kolbe, il santo martire polacco che diede la vita per difendere un padre di famiglia ad Auschwitz. Con una scritta che ricorda: «L’odio non è forza creativa, solo l’amore è forza creativa». Una presenza che incuriosisce e suscita riflessione. Anche perché lo stand missionario è l’unica presenza di richiamo religioso per i tanti che transitano sulle banchine e si propone come momento di incontro per costruire ponti con la gente di varie estrazioni sociali, nazionalità, religioni e culture. In particolare, quest’anno in alcune serate vengono coinvolte le diverse etnie presenti a Roma per esibizioni con canti, danze e costumi tradizionali delle loro terre, dalla Bolivia al Perú, dalla Romania alle Filippine. «La gente la sera vuole divertirsi — spiega padre Paolo Fiasconaro, direttore del Centro missionario francescano — e noi vogliamo valorizzare il tempo di queste persone che scendono giù alle banchine. Credo che il nostro stand sia uno spazio che realmente dà un’anima a tutta l’estate romana. Diamo un volto sociale, spirituale all’estate romana sul Tevere». L’iniziativa, spiegano gli organizzatori, è in questo senso anche una buona occasione di relazioni per quanti nell’incontro con un frate, un missionario, una suora o un volontario vogliono dialogare e riflettere in un mondo che corre veloce ma che non riesce a dare risposte ai grandi problemi esistenziali dell’umanità e alle povertà che lo affliggono. La movida dunque anche come «bagno di evangelizzazione della misericordia» per vivere l’anno del giubileo come risposta alle attese della gente che vuole approfondire e valorizzare il tempo libero. «Oggi il contatto, la comunicazione — aggiunge padre Fiasconaro — è evangelizzazione. Comunicando, sicuramente, evangelizziamo”.