La celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale si carica quest’anno di un significato tutto particolare.La ricorrenza del 50° anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II, l’apertura dell’Anno della fede e il Sinodo dei Vescovi sul tema della nuova evangelizzazione concorrono a riaffermare la volontà della Chiesa di impegnarsi con maggiore coraggio e ardore nella missio ad gentes perché il Vangelo giunga fino agli estremi confini della terra.
Scrive cosi Benedetto XVI nel suo messaggio per la 86ma giornata missionaria mondiale del 21 ottobre, “Chiamati a far risplendere la parola di verità!” La priorità dell’evangelizzare, il mandato di predicare il Vangelo, la missione ad gentes deve essere il costante orizzonte e il paradigma di ogni attività ecclesiale.
La celebrazione dell’Anno della fede e del Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione saranno occasioni propizie per un rilancio della cooperazione missionaria.
L’ansia di annunciare Cristo, osserva il papa, ci spinge anche a leggere la storia per scorgervi i problemi, le aspirazioni e le speranze dell’umanità, che Cristo deve sanare, purificare e riempire della sua presenza. Il suo Messaggio, infatti, sempre attuale, si cala nel cuore stesso della storia ed capace di dare risposta alle inquietudini profonde di ogni uomo.
Certo non mancano difficoltà e uno degli ostacoli allo slancio dell’evangelizzazione, infatti, la crisi di fede, non solo del mondo occidentale, ma di gran parte dell’umanità che pure ha fame e sete di Dio.
A giudizio del Pontefice, l’incontro con Cristo come Persona viva che colma la sete del cuore non può che portare al desiderio di condividere con altri la gioia di questa presenza e di farlo conoscere perche tutti la possano sperimentare.
Occorre rinnovare l’entusiasmo di comunicare la fede per promuovere una nuova evangelizzazione delle comunità e dei Paesi di antica tradizione cristiana, che stanno perdendo il riferimento a Dio, in modo da riscoprire la gioia del credere.
Evangelizzare non deve mai rimanere ai margini dell’attività ecclesiale e della vita personale del cristiano, ma caratterizzarla fortemente, nella consapevolezza di essere destinatari e, al tempo stesso, missionari del Vangelo.
“Guai a me se non annuncio il Vangelo!”, diceva l’apostolo Paolo (1 Cor 9,16). Questa parola deve risuonare con forza per ogni cristiano e per ogni comunità cristiana in tutti i Continenti.
Anche per le Chiese nei territori di missione, Chiese per lo più giovani, spesso di recente fondazione. Oggi ancora tanti sacerdoti, religiosi e religiose, da ogni parte del mondo, numerosi laici e addirittura intere famiglie lasciano i propri Paesi, le proprie comunità locali e si recano presso altre Chiese per testimoniare e annunciare il Nome di Cristo, nel quale l’umanità trova la salvezza. Si tratta di un’espressione di profonda comunione, condivisione e carità tra le Chiese, perche ogni uomo possa ascoltare o riascoltare l’annuncio che risana e accostarsi ai Sacramenti, fonte della vera vita. Insieme a questo alto segno della fede, e da lodare la cooperazione alla missione universale della Chiesa nel mondo.
Attraverso la cooperazione il Vangelo si fa anche intervento in aiuto del prossimo, giustizia verso i più poveri, possibilità di istruzione nei più sperduti villaggi, assistenza medica in luoghi remoti, emancipazione dalla miseria, riabilitazione di chi e emarginato, sostegno allo sviluppo dei popoli, superamento delle divisioni etniche, rispetto per la vita in ogni sua fase.
Buon mese missionario! P. Gbattista