Gruppo missionario di Cagliari
E’ stato un incontro fraterno e stimolante quello dei vari gruppi missionari francescani che si sono radunati ad Assisi provenendo da varie parrocchie e regioni d’Italia. La calura predominante di fine agosto appesantiva un poco ma non smorzava l’interesse per le relazioni dei Padri Silvestro Bejan ed Edoardo Scognamiglio, per le testimonianze di chi opera nel campo del dialogo ecumenico e di chi è impegnato nei gruppi missionari e per le missioni. Tutti coordinati brillantemente dal P. Giambattista Buonamano.
L’aspetto fondante del discorso è stato il richiamo allo “spirito di Assisi” per la nuova evangelizzazione nel contesto attuale , quello spirito con cui il Papa Giovanni Paolo II volle riunire ad Assisi, presso la tomba del Santo del dialogo, per la prima volta nel 1986, i rappresentanti delle diverse religioni, non per giungere ad una sintesi comune, o perché una religione prevalesse sull’altra, ma per mettere in risalto il fatto che tutti gli uomini sono alla ricerca di Dio: “non pregare insieme, ma insieme per pregare”. Rispetto reciproco quindi, nella salvaguardia di ogni identità. Si è capito che l’incontro interreligioso di Assisi può essere considerato un modello dei rapporti interreligiosi nel mondo attuale globalizzato, nelle nostre città e nei nostri paesi, anche nelle nostre piccole comunità parrocchiali.
Il P. Silvestro ha richiamato in particolare i 4 aspetti fondamentali dell’incontro di Assisi: 1) la preghiera, che focalizza la centralità di Dio; 2) il silenzio, che permettendo di ascoltare Dio che parla, aiuta a superare l’acceso criticismo; 3) il digiuno, prolungamento della preghiera, che interpella il “troppo pieno” dei ricchi rispetto al troppo poco dei poveri. 4) il pellegrinaggio, che sottolinea il camminare dell’uomo, come in un perenne Esodo, o come nel percorso dei discepoli di Emmaus, rivelando che l’uomo non è solo ma cammina con Dio e con il Creato.
L’esperienza di Assisi può dire molto a tutti noi che viviamo in una società globalizzata, caratterizzata da molteplicità di etnie, culture e religioni, in cui sono fondamentali il dialogo come componente dell’ evangelizzazione, e la fraternità come esperienza privilegiata del dialogo, per la conversione all’unico Dio, non per la sottomissione degli uni agli altri.
Le testimonianze hanno dimostrato l’importanza della pazienza dei piccoli passi comuni, della conversione personale, dell’attesa animata dalla speranza.
Dagli interventi in sala sono venute richieste di chiarimenti e sottolineature, p.es. quella di valorizzare la testimonianza come forma di comunicazione nel dialogo; di evitare una tendenza naturale nelle difficoltà: difendere l’esistente, piuttosto che promuovere e…promuoversi. Ancora la sottolineatura di un bisogno di reciprocità nel rapporto p.es. col mondo musulmano: che il rispetto non sia solo unilaterale. Cosa auspicabile, ma non sempre possibile: né Cristo dalla croce ha atteso il contraccambio, né Francesco lo ha messo in conto andando dal Sultano. E così via.
Sono state importanti per capire le varie situazioni in cui operano i missionari, ed anche la presenza della Provvidenza nella loro storia, le testimonianze dei Padri: Paolo, cinese; Silvano Castelli che opera a Cuba; Bonaventura, indiano; e Antonio che opera nel Messico.
E’ stata poi la volta dei gruppi che hanno portato la testimonianza delle loro attività, dal padre di una suora missionaria che ha preso a cuore la situazione del luogo in cui opera la figlia, ad Antonietta di Cagliari che dopo tanti anni di attività proficua vede ridursi le possibilità del suo gruppo per le mutate condizioni della vita e dei tempi, a Tullia che la ringrazia e sottolinea come l’invito all’Assemblea sia stato per lei occasione di rinnovare il francescanesimo della sua giovinezza e una forma non “organizzata” di ben operare, anche nelle mutate condizioni di vita, e tante altre.
Le due giornate formative si sono state intervallate dalla fraternità sulla terrazza delle Suore del Giglio,sempre accoglienti e discrete, animata da canti e battute, e sostenuta dalla condivisione di dolciumi regionali.
Senz’altro più che di ogni altra cosa abbiamo goduto delle celebrazioni che si sono tenute presso la tomba del Santo e nella basilica inferiore: qui ci è stato consegnato il mandato: “…Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi. Colui che ci invia per essere suoi testimoni ci ha anche promesso di rimanere con noi”.
Santa Maria degli Angeli, che abbiamo venerato con la recita del rosario e la fiaccolata notturna sicuramente ci sarà vicina nel tenere fede all’impegno.